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Alzheimer: cura e cause della malattia

Sintesi in 100 parole

L'assunzione regolare di farmaci è importante per il benessere delle persone affette da Alzheimer e per garantire loro le migliori cure. L'assistenza di OSS o il servizio di Veglia Notturna della cooperativa onlus può rendere questo compito più semplice.

Alzheimer: cura e cause della malattia

L’Alzheimer non si cura in modo definitivo, ma ci sono trattamenti che aiutano a gestirlo più facilmente. Questa patologia neurologica distrugge le cellule cerebrali, provoca perdita di memoria e declino progressivo delle funzioni cognitive. Prendersi cura di una persona affetta da tale disturbo può generare sentimenti di frustrazione e sconforto. 

I malati di Alzheimer non sono facili da gestire, inoltre è doloroso per i familiari vedere scomparire i ricordi di una persona cara e osservare come cambia il suo atteggiamento. In questa guida, troverai una breve panoramica delle cure più accreditate e delle principali cause dell’Alzheimer. 

Alzheimer: come si cura?

Nonostante sia impossibile fermare la progressione dell’Alzheimer, ci sono diverse opzioni farmacologiche e non farmacologiche per trattarne i sintomi con efficacia. Comprendere quali sono le opzioni disponibili, può essere di aiuto ai familiari o ai figli che devono prendersi cura di un genitore con sindrome di Alzheimer. Vediamo quindi quali sono le terapie più note.

#1 Farmaci per la memoria

Con l’avanzare della patologia, le cellule del cervello smettono di funzionare correttamente e le connessioni tra i neuroni si perdono. Questa condizione causa un peggioramento delle capacità cognitive e la perdita graduale della memoria. I farmaci non possono impedire il danneggiamento cerebrale, ma aiutano a stabilizzarne i sintomi. 

Le medicine per il trattamento dell’Alzheimer agiscono sulle sostanze chimiche coinvolte nello scambio degli input nel sistema nervoso. Appartengono a questa classe di farmaci gli inibitori della colinesterasi, che intervengono sulle problematiche legate a memoria, linguaggio e pensiero. 

#2 Approccio non farmacologico

Gli approcci non farmacologici per gestire i sintomi dell’Alzheimer prevedono comportamenti mirati a promuovere il comfort fisico ed emotivo del malato. Ogni persona ha esigenze diverse e il primo passo è quello di individuare i bisogni individuali del singolo ammalato. 

Non è sempre facile, perché chi soffre di Alzheimer spesso non riesce ad esprimersi e comunicare chiaramente le sue necessità. La chiave per il successo è mantenere l’atteggiamento giusto. Gli anziani con Alzheimer possono avere comportamenti egoistici e cattivi, ma non dipende dalla loro volontà. 

È importante quindi cercare di comprendere la loro difficile condizione, offrendo amore e supporto. Per migliorare la loro qualità di vita, verifica in modo costante l’eventuale presenza di dolore, fame, sete, irritazioni della pelle e affaticamento. 

Mantieni una temperatura confortevole in casa e riduci le situazioni di disturbo come, ad esempio, volume della televisione troppo alto o rumori improvvisi. Evita atteggiamenti conflittuali e non sottolineare troppo gli sbagli del soggetto interessato. 

Può capitare infatti che le persone affette da Alzheimer parlino al presente di eventi già accaduti o di persone che non ci sono più. Cerca di assecondare questo comportamento, senza pretendere di far capire ad ogni costo che le situazioni narrate non sono reali. 

#3 Trattamenti per gestire il sonno

Le persone con Alzheimer spesso hanno difficoltà a dormire bene. Non è ancora ben chiara la causa di questo sintomo, ma pare essere legata ai cambiamenti che avvengono a livello cerebrale. I trattamenti non farmacologici per gestire il sonno dei pazienti con Alzheimer prevedono di creare condizioni favorevoli a garantire un buon riposo. 

La prima cosa da fare è mantenere degli orari regolari per i pasti, la sveglia e il momento di andare a letto. Se il tuo caro continua a svegliarsi durante la notte, non farlo rimanere a letto. È buona abitudine utilizzare il letto solo per dormire, così da evitare che il malato lo associ a sensazioni negative, come quella di non riuscire ad addormentarsi. 

Allo stesso tempo, evita però di fargli guardare la televisione nelle ore notturne in cui rimane sveglio. Nei casi in cui la persona con Alzheimer assuma dei farmaci inibitori della colinesterasi, non somministrarglieli subito prima di andare a dormire. 

#4 Cambiamenti nello stile di vita

L’Alzheimer purtroppo non si può curare del tutto. Tuttavia, migliorare lo stile di vita del paziente può avere effetti benefici sulla gestione dei sintomi. Bastano anche piccole cose e una di queste può essere incoraggiare i propri cari a svolgere attività mentalmente stimolanti. Se l’Alzheimer è ai primi sintomi, provate a fare un cruciverba insieme. 

Questo semplice passatempo è un ottimo metodo per tenere in allenamento il cervello e rallentare il danneggiamento delle cellule. Altre attività benefiche nel trattamento dell’Alzheimer sono ballare, ascoltare musica, dipingere e passeggiare. Alcuni ammalati apprezzano particolarmente ascoltare storie: può essere quindi utile leggere loro un libro. Magari di sera, prima di andare a letto. 

Quali sono le cause dell’Alzheimer

La comunità scientifica non ha ancora compreso chiaramente il modo in cui si sviluppa la sindrome da Alzheimer. La teoria più accertata è quella che considera la patologia come una risultanza di più fattori che entrano in gioco. Ecco quali sono le principali cause scatenanti dell’Alzheimer.

#1 Età del paziente

Il più grande fattore di rischio per l’insorgenza dell’Alzheimer e delle malattie legate alla demenza è l’avanzare dell’età. La maggior parte delle persone interessate ha più di 65 anni: superato questo traguardo, il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer raddoppia ogni cinque anni. 

Sebbene l’età aumenti la probabilità di comparsa della patologia, è importante ricordare che i disturbi dell’Alzheimer non sono comunque una conseguenza obbligata dell’invecchiamento.

#2 Storia familiare e genetica

Un decisivo fattore di rischio è la storia clinica della famiglia di origine. Coloro che hanno un genitore, un fratello o una sorella con Alzheimer hanno maggiori possibilità di sviluppare la malattia. Il rischio aumenta ancora se i parenti prossimi affetti da Alzheimer sono più di uno. 

Quando le patologie tendono a manifestarsi in diversi membri della famiglia, diventa chiaro il peso della genetica. In particolare, ha un ruolo fondamentale il gene APOE, che può aumentare in modo esponenziale la probabilità di ammalarsi di Alzheimer. 

# 3 Patologie cardiovascolari 

Alcuni studi collegano la comparsa dell’Alzheimer alla salute dell’apparato cardiocircolatorio. È una connessione che acquista senso, in quanto il cervello è nutrito dalla rete di vasi sanguigni gestita dal cuore. 

Quando il sistema di pompaggio del sangue viene danneggiato, ne soffre anche il sistema nervoso. Il rischio di sviluppare l’Alzheimer sembra quindi aumentare in presenza di patologie che danneggiano il cuore. Tra queste troviamo il diabete, l’ictus, il colesterolo alto e l’ipertensione. 

Per garantire il benessere delle persone care affette da Alzheimer e offrirgli le cure migliori, è importante anche assicurarsi che assumano i farmaci con regolarità. Un compito che diventa più semplice grazie all’assistenza di OSS o al servizio di Veglia Notturna della nostra cooperativa onlus. Provaci.

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